Qualche giorno fa, sul mio profilo di FB, ho postato questa frase, di un tale che di cognome fa Moore: "Suppongo che l'umanità sia nata allo scopo di andare incontro alle tentazioni."...e continua a ronzarmi nella testa...credo che sia vera dalla testa ai piedi, ecco. Cavoli, siamo circondati da ogni tipo di tentazione e chi riesce a resistervi è bravo, diciamolo. Per esempio, una si mette a dieta, ci crede veramente, ma sta' povera stella non fa che essere tentata da ciò che scorre in tv, dalle vetrine dei negozi, dai colleghi (str...i!) che le passano sotto il naso panini imbottiti o merendine stracaloriche. Oppure una si sposa, fa famiglia e questo o quello ti fa il filo, roba che se fossi stata single...Una è a bolletta sparata poi vede in vetrina quel paio di scarpe che le piaceva tanto, che le è sempre piaciuto, ma costa un botto... potrei continuare per ore...e allora che fare?!?! Immortaliamoci e andiamo avanti col paraocchi, almeno per una giusta causa (o qualcuna in più): la nostra dignità e gli ideali che i nostri genitori, con amore e fatica, hanno saputo insegnarci. Speriamo di riuscire ad andare sempre avanti così...e voi vi lasciate tentare facilmente?
Per la pasta (per 10 persone):
1 kg di farina 0 per pasta fresca
10 uova
1 radicchio di Treviso dal cespo allungato
250 g di ricotta
250 g di caprino fresco
100 g di grana grattugiato
120 g di speck tagliato a pezzettini
1 scalogno
olio extra vergine di oliva
sale e pepe
Preparate la pasta fresca per i ravioli come descritto qui o come fate voi di consueto. Intanto che riposa coperta il tempo necessario, preparate il ripieno: in una padella antiaderente fate rosolare lo scalogno tritato finemente e aggiungetevi il radicchio, precedentemente lavato, mondato e tagliato a striscioline. Fatelo cuocere per circa 10’. In una terrina amalgamate la ricotta, il caprino e il grana, aggiungete lo speck e, infine, il radicchio; aggiustate di sale e pepe. Stendete sottilmente la pasta, con il mattarello o una macchina per tirare la sfoglia. Disponetevi sopra il ripieno, a mucchietti distanti 5-6 cm, richiudete premendo con le dita e ritagliate dei ravioli quadrati.
Finalmente è in arrivo il week-end! Peccato solo che qui da
noi – nel Lodigiano - si preannunci un fine settimana sotto l’acqua…pazienza,
vorrà dire che lo passeremo in casa a riposare e a sfornare qualche buon dolce
per tirarci su il morale! Intanto tiratevi su il morale con questa torta
salata! E’ squisita, ve l’assicuro! La ricetta l’ho trovata su un libricino
avente come protagonista il radicchio che, insieme alla zucca, si sposa alla
perfezione! Provare per credere! Buon fine settimana a tutti!
Ingredienti:
1 rotolo di pasta sfoglia
1 rotolo di pasta brisée (oppure potete farvela da voi
guardando qui)
1 radicchio trevigiano
½ zucca
200 g di provola affumicata
2 scalogni
1 uovo
mezzo bicchiere di vino bianco secco
olio extra vergine di oliva
sale e pepe
Tritate uno scalogno e sbucciate la zucca, privandola dei
semi; tagliatela quindi a dadini. Mettete le due verdure in una casseruola con
un filo d’olio evo, aggiungete mezzo bicchiere d’acqua, aggiustate di sale e
cuocete per 10’. Tritate anche l’altro scalogno e il radicchio, precedentemente
pulito e mondato. Trasferiteli in una padella con un filo d’olio evo, fate
cuocere per qualche minuto, sfumare quindi con un poco di vino bianco.
Aggiustate di sale e pepe. Frullate la zucca, unitevi il radicchio; amalgamate
bene il tutto aggiungendo un uovo e la provola affumicata ridotta in dadini.
Foderate una tortiera diam. 28 con la pasta brisée, farcite
con il ripieno e rivestite con la sfoglia. Incidete la pasta con i rebbi di una
forchetta, spennellate con un filo d’olio e cospargete con il sesamo e i semi
di zucca. Cuocete in forno a 190°C per 30’. Servite la torta tiepida… è
FA-VO-LO-SA!!!
Vi capita mai di ripensare ai tempi passati? A quando eravate delle spensierate ventenni? A me capita spesso...ho la fobìa del tempo che passa, vorrei fermarlo, ma lui scorre inesorabile...quantomeno ci lascia dei bei ricordi! Ogni tanto mi capita di pensare al periodo in cui avevo appena preso la patente. Con le mie amiche si andava in macchina (che i genitori ci lasciavano solo il sabato e la domenica e ad orari ben precisi si doveva rincasare) e ci sembrava di essere padrone del mondo. Ingenue, sfrontate, cantavamo a squarciagola, con il chewing-gum sempre in bocca...bei tempi...i problemi si riducevano al fatto che non si sapeva in che locale andare (tra quelli che offriva la zona intorno a casa, visto gli orari tassativi e inderogabili di rientro) o che ragazzo "puntare"...ora invece la responsabilità incombe ad ogni angolo. Mi ritrovo moglie, mamma, lavoratrice...chi l'avrebbe mai detto? Io che credevo di rimanere single a vita...il veggente che c'è in me ha fatto cilecca un'altra volta, per mia grande fortuna!
Ma ora passiamo alla ricetta, un dolce stavolta, rubacchiato allo splendido blog Le Temps des Cerises. Riporto qui di seguito la sua ricetta, pari pari perchè è spiegata alla perfezione:
100 g di farina
100 g di burro
125 g di zucchero a velo
2 uova
3 g di lievito per dolci
1 limone biologico
In un pentolino portare il burro a fusione e lasciarlo
intiepidire. In una ciotola montare le uova con lo sbattitore
elettrico ed unire, a poco a poco, lo zucchero a velo, sempre mescolando
per non creare grumi fino ad ottenere un composto chiaro e spumoso. Setacciare
la farina con il lievito ed aggiungerla al composto, sempre con lo sbattitore
elettrico azionato; poi versare il burro a filo ed infine la scorza grattugiata
del limone. Coprire la ciotola con della pellicola e riporre in frigo per
qualche ora (io lo lascio tutta la notte). Infine accendere il forno a 220° e
fare riscaldare bene; imburrare gli stampini da madeleines (non è necessario se
usate quelli in silicone), versare un po’ di composto appena tolto dal frigo in
ciscuna forma (senza esagerare, altrimenti, in fase di cottura, fuoriuscirÃ
dalla sua forma) ed infornare lasciando il forno a 220° per qualche minuto, poi
abbasssarlo a 180° per completare la cottura (basteranno una decina di minuti).
Fare raffreddare su una griglia e servire con il té.
Finalmente l'ora legale entrata in vigore! In questi giorni mi sembra di rivivere! Le giornate sono più lunghe, più solari!!! Potesse essere così per tutto il resto dell'anno...ma purtroppo...comunque, non disperiamo e godiamoci al massimo questi mesi!
La pasta di oggi l'ho rubacchiata a Tessa Gelisio...non mi piace la sua trasmissione o meglio, non mi piace quasi nulla di ciò che cucina, ma questo è solo un mio parere personale. Però questa pasta ha il suo perchè: buona, facile e veloce. Tre aggettivi che, per una mamma-moglie-lavoratrice-casalinga-autista-tuttofare hanno un valore aggiunto. Alla ricetta originale ho incorporato della ricotta vaccina (vedete voi se ometterla o meno a seconda dei gusti).
Vi darò gli ingredienti ma per i pesi sono stata MOLTO approssimativa, vi dovrete arrangiare e affidare al vostro istinto che, sono sicura, non sbaglierà !
Ingredienti per 4 persone:
300 g circa di pasta tipo Celentani
2 cespi di radicchio
100 g ca di speck in un'unica fetta tagliata a dadini
due cucchiaiate di ricotta
olio extra vergine di oliva
sale e pepe
Lessate la pasta in abbondante acqua salata.Una pentola dal design raffinato, impreziosita dal colore oro della superficie. Bella da portare in tavola e perfetta per cucinare ogni
genere di pasta). Nel frattempo lavate, mondate e tagliate a fettine sottili il radicchio. In una grossa padella scaldate due cucchiai d'olio evo e fate rosolare lo speck; aggiungete il radicchio, mescolate bene e fate cuocere per circa 10-12 minuti. Aggiungete quindi la ricotta, amalgamate bene il tutto e tuffatevi dentro la pasta scolata. Aggiustate di sale e pepe e servite!
Prima di tutto BUONA PASQUA e BUONA PASQUETTA!!! Spero che ognuno di voi l'abbia passata nel migliore dei modi: in famiglia, da soli, al mare, in montagna o semplicemente a casa (come ho fatto io).
Oggi voglio postarvi la torta pasqualina a modo mio...niente di sorprendente, ingredienti tipici di questa torta con l'aggiunta di un formaggio tipico del Lodigiano: la raspadüra Bella Lodi. La raspadüra è un modo di servire il formaggio grana presentandolo come sottilissime sfoglie, raschiate con un particolare coltello da una forma di grana lodigiano. Bella Lodi è prodotto da un solo antico caseificio
che ha più di 100 anni, in un comune del Parco Adda Sud. Colore bianco,
con variazioni molto contenute anche in estate; profumo intenso,
fragrante; sapore pieno ma non piccante né troppo salato: Bella Lodi,
formaggio stagionato dalla crosta nera, nasce dalla grande e radicata
tradizione casearia del grana lodigiano. Il latte proviene da stalle concentrate nel lodigiano, dove viene
lavorato rispettando le antiche regole di produzione. Solo una lunga e
paziente stagionatura può garantire il formarsi di quegli aromi che si
sprigionano caldi e vigorosi al taglio di ogni pezzo di Bella Lodi. Solo dopo aver appurato che i requisiti di colore,
pasta, profumo e sapore sono quelli richiesti, potrà diventare una forma
di Bella Lodi dalla tipica crosta nera.
E ora eccovi la ricetta:
Per la pasta:
500 g di farina 00
3 cucchiai di olio extra vergine di oliva
150 ml di acqua
1 cucchiaino di sale
Per il ripieno:
4 uova sode tagliate a fettine sottili
1 uovo intero
raspadüra
100 g di grana grattugiato
500 g di ricotta vaccina
500 g di erbette (il peso si riferisce al prodotto giÃ
mondato e cotto in padella con una noce di burro)
sale e pepe
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Mescolate
tutti gli ingredienti per la pasta e spiana tela ottenendo 2 fogli sottilissimi. Disponete su di una teglia un foglio di carta
forno leggermente unto e stendetevi sopra un disco di pasta. In una terrina mescolate le erbette, la ricotta, il grana e l'uovo intero; mescolate e aggiustate di sale e pepe. Adagiate il composto sulla pasta. Distribuitevi sopra le uova sode e la raspadüra. Ricoprite con l'altro disco di pasta. Bucherellate la superficie e ungetela con dell'olio extra vergine di oliva. Infornate a 180°C per 40 minuti circa.